Il Geographic Information Manager (GIM): se ne è discusso a Roma il 18 Giugno presso la Link University
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Il Geographic Information Manager (GIM): se ne è discusso a Roma il 18 Giugno presso la Link University

Il Geographic Information Manager (GIM): se ne è discusso a Roma il 18 Giugno presso la Link University

Su iniziativa di Sergio Farruggia di AMFM GIS Italia, sempre attento all’evoluzione degli scenari italiani, si è svolto presso la Link University un incontro dedicato a definire le competenze ed i compiti di una nuova figura professionale nel settore della gestione dei dati spaziali, il GIM appunto, ossia il Geographic Information Manager.

I documenti fino ad ora redatti sono tutti accessibili presso http://www.big-gim.it/ Qui è possibile visionare il position paper e partecipare alla redazione della scheda profilo definita in linea con l’approccio WPS 3G per gli standard relativi alle qualifiche professionali.

Dopo la relazione di Sergio Farruggia, che ha riassunto le peculiarità del profilo in divenire, è intervenuto Nello Iacono per Stati Generali dell’Innovazione, che ha sottolineato l’importanza di inserire questo profilo negli organismi di governance delle città/comunità intelligenti, per sostenere in questo contesto l’uso consapevole dei dati spaziali e delle relative tecnologie disponibili. Successivamente hanno preso la parola Roberto Scano e Gabriele Ciasullo, entrambi per AgID, che hanno rispettivamente chiarito il percorso “Dalle Linee Guida AgID alla normativa UNI”, e il ruolo che l’Agenzia ha nel definire e concretizzare azioni atte a supportare la realizzazione di servizi a valore aggiunto di immediato utilizzo per utenti cittadini, professionisti, imprese e pubbliche amministrazioni.

La sessione si è conclusa con una costruttiva discussione che ha messo in risalto, oltre all’opinione condivisa dell’importanza e della necessità di definire un tale figura professionale, anche l’esigenza di delineare a chiare lettere i confini delle competenze attese rapportate al ruolo manageriale da espletare anche in contesti diversi da quello della PA. Smart cities / community non è solo PA e su questo asserto devono convogliare le proposizioni future per “incrementare il livello di qualità e competenza tecnica all’interno del network che costruisce una comunità intelligente, nei riguardi delle tematiche legate alla capacità di fruire dei dati territoriali (spatial enablement), sia intesa rispetto alla disponibilità di queste informazioni, sia come abilità conseguite per il loro sfruttamento”.